Quando l’ape regina depone le uova si fa una sola domanda: maschio o femmina?
Immaginate una piccola cella esagonale.
Potrebbe essere quella in cui le api depositano il miele, oppure potrebbe essere stata fecondata e contenere un minuscolo uovo.
Potreste vedere l’opercolo della cella (il tappo) leggermente più grande, in rilievo e arrotondato verso l’esterno e capireste che l’insetto che nascerà non sarà altro che un fuco.
Oppure più piccolo e regolare: in tal caso sapreste che quella larva diventerà presto un’ape operaia.
Ma nessuna attrarrebbe così tanto la vostra attenzione come la cella della regina.
Le celle reali sono molto più grandi, non sono esagonali ma hanno una forma a cupolino (pigna aperta rovesciata) e il foro da cui usciranno è rivolto verso il basso.
Quando la regina deposita le uova in tutte le celle lo fa secondo un criterio specifico: maschio o femmina?
Se la risposta è maschio, la regina depone le uova non fecondate, che avranno quindi solo un set di cromosomi. I fuchi nascono così con una sola madre e nessun padre e vivranno solo fino ad essersi riprodotti una volta sola con la regina.
Al contrario, per le api femmina la regina depone le uova fecondate, cioè con un doppio corredo cromosomico, e depone la maggior parte nelle celle normali altre, ma poche, in quelle reali. Le api femmina avranno così una sola madre ma tanti padri sconosciuti che non ci sono più.
Nella società matriarcale delle api, nemmeno il genere dei propri figli è lasciato al caso: è studiato per funzionare nel migliore dei modi possibili.
Ma a noi piace quasi immaginare che anche i fuchi, appena prima di andare incontro alla morte, incrocino le zampe e pensino: speriamo che sia femmina!